Il futurologo Ray Kurzweil sostiene che in un domani non troppo lontano le macchine intelligenti renderanno il cervello umano obsoleto. C’è da credergli?
Aristotele fu il primo filosofo a formulare un rigoroso insieme di leggi che governano la parte razionale della nostra mente. Sviluppò un sistema informale di sillogismi per il ragionamento corretto, che in via di principio permettevano a chiunque, viste le premesse iniziali, di generare meccanicamente le conclusioni (le azioni, diceva Aristotele, sono giustificate da un collegamento logico tra gli scopi dell’agente e la conoscenza del risultato di ogni azione).
Possiamo affermare che il nostro cervello è almeno in parte il prodotto della nostra mente? A questo proposito, Popper sostiene che è il cervello, inteso come organo elettrochimico, a essere posseduto dall’io e non il contrario. L’io attivo, l’io psicofisico è il programmatore attivo del nostro cervello, che è il nostro computer, l’esecutore. Non è un caso che appena fu disponibile il primo computer si cominciò a usarlo non solo per i calcoli matematici per cui era stato progettato, ma anche per simulare diversi aspetti dell’attività mentale umana.
La mente è, come dice Platone, il pilota. E il pilota, per atterrare, è in grado di scegliere la pista più allineata.
La mente è come un paracadute che funziona solo quando si apre, sembra abbia detto Einstein.
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